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Oggi si chiama Umbria quello che nel passato fu punto di scambi culturali e lotte di conquista tra due popoli dalle diverse culture: gli Umbri veri e propri e gli Etruschi. Poi arrivarono i Romani e dopo la caduta dell'impero, i Bizantini e i Longobardi marcarono ancora nuovi confini. Il Tevere, rimasto pressappoco nel suo alveo, fu spettatore di guerre, di passaggi di popoli, di tradizioni diverse. Quando nacquero i primi nuclei narrativi delle fiabe, in Umbria si cantavano le laude e si metteva in scena la passione di Cristo. Racconti e profacole non ebbero grande fortuna. Così quando nel 1956 Calvino pubblicò la sua raccolta di fiabe italiane, escluse l'Umbria che, a suo dire, non forniva alcuna tradizione. Le fiabe qui raccolte tentano di colmare questa mancanza.